4 Luglio 2005 “Lasciarsi morire di fame. Sottrarsi al mondo. Farlo con coscienza. Sceglierlo, ogni giorno, con vocazione. Oggi: 475 Kilocalorie.”
Quali sono le ragioni che spingono una donna a martirizzare il proprio corpo?
"IO SOTTRAGGO.
LA TRIANGOLAZIONE
CIBO-CORPO-PESO",
Performance Confessional sull’ossessione anoressico-bulimica, nasce per trasformare il veleno in medicina.
Trasformare in arte la patologia.
Fare in modo che il corpo, da anni ostaggio di rituali ossessivi, da anni contenitore di vuoti affettivi, di assenze e di mancanze, da anni vittima e carnefice di se stesso, diventi racconto espressivo e creativo di una tra le più paradossali malattie: il disturbo anoressico-bulimico.
Mangiare niente come mangiare tutto. Svuotarsi come ingombrarsi.
Mettere dentro il mondo intero, o il mondo intero rifiutare.
Sbranare pulsionalmente l’amore che non si ha. O scegliere stoicamente la rinuncia.
Anoressia, Bulimia, Bing Eating, Obesità.
Malattie della nutrizione.
Malattie dell’amore.
Perché il nutrimento cui si anela, quello stesso nutrimento che si teme,che ci spinge a divorare bestialmente tutto e più di tutto, cibo cotto, cibo crudo, perfino cibo congelato, prima dolce e poi salato, non sarà mai cibo. Mai.
"IO SOTTRAGGO" è un progetto ideato, scritto e agito da Giovanna Lacedra, curato da Grace Zanotto.
Una performance-confessional autobiografica, che nello spazio creativo-distruttivo-creativo-rigenerativo di 20 minuti, mette e rimette in scena l’ingranaggio perpetuante dei rituali ossessivi anoressico-bulimici.
E una mostra in cui nulla più si nasconde, e ogni crudezza si svela, attraverso una sequela di foto-reportage che hanno catturato dettagli di un corpo in spigoloso dissolvimento, e intime e pagine di diari scritti nei mesi più deliranti della patologia.
"IO SOTTRAGGO" è un evento itinerante che ha la finalità di portare ovunque un messaggio di sensibilizzazione. La gente va educata a guardare dentro la ferita, per riconoscere le dinamiche profonde sottese a questa patologia. La gente ha bisogno di imparare a scrutare oltre la trincea cibo-corpo-peso, per poter spostare lo sguardo sul gorgo del dolore. Sulla verità. La verità che sta dentro a tutto il nutrimento sottratto e vomitato. Perchè in un disturbo del comportamento alimentare non è il cibo il vero problema. Il cibo non è che una dipendenza e un'astinenza.
Ma la verità è altrove: è nel bisogno di non aver bisogno. È nell’inesauribile fame di tutto. È in quell’anoressia che nel tempo massimo di un infinitesimo,si trasforma in bulimia, Perché la bulimia, in realtà è quel mostro che brama e trama dietro le quinte dell’anoressia.
La vera patologia è la piaga del disamore. La corrosione del contatto. La voragine di una mancanza. Incolmabile precipizio dentro il cuore e nello stomaco.
Nei disturbi del comportamento alimentare non è l’appetito ad essere disturbato, ma l’anima, l’emotività, il vuoto affettivo, la relazione.